Cos’è il bilancio di sostenibilità? Quali sono gli obiettivi e le caratteristiche del report?
Il bilancio di sostenibilità è una forma di rendicontazione non finanziaria che permette alle aziende di comunicare i loro progressi verso obiettivi prestabiliti, in merito a vari parametri relativi alla sostenibilità, e che include metriche ambientali, sociali e di governance, oltre ai rischi e alle opportunità attuali e futuri. Scopriamo quali sono gli obiettivi principali e le caratteristiche di questo report.
L’obiettivo primario del report di sostenibilità è di generare azioni concrete e sforzi che tendono verso una maggiore sostenibilità dell’azienda in termini non solo ambientali, ma anche sociali e di governance.
Per garantire una completa trasparenza nella comunicazione dei progressi in ambito di sostenibilità, il formato del reporting può comprendere dati numerici, grafici, fotografie, infografiche ecc.
Il bilancio di sostenibilità dunque aiuta anche l’azienda stessa ad allinearsi con gli obiettivi della Responsabilità d’impresa o CSR (Corporate Social Responsibility), a fare un punto della propria situazione attuale e a darsi obiettivi futuri, contribuendo così nel lungo percorso ad aumentare le opportunità di risparmio sui costi.
Trasformare la sostenibilità in azione e valore per le aziende: il supporto di Alens
In un contesto in cui la sostenibilità è un tema centrale per l’identità aziendale e la strategia di crescita, il Bilancio di Sostenibilità rappresenta uno strumento imprescindibile per le imprese che desiderano posizionarsi come player rilevanti e interlocutori responsabili e innovativi. Alens, con la sua lunga expertise nell’ambito della sostenibilità aziendale, guida le organizzazioni attraverso le varie fasi del processo di creazione di un Bilancio di Sostenibilità, che non solo adempie alle esigenze normative, ma contribuisce anche a ottimizzare flussi, comunicazioni e gestione interni all’azienda, muovendosi verso un modo di fare impresa sempre più trasparente, sostenibile ed equo.
Il bilancio di sostenibilità: cos’è, per chi è obbligatorio e come redigerlo
Nel panorama attuale la legge impone che le aziende e società quotate nei mercati regolati dall’UE e le grandi imprese del settore bancario e assicurativo siano tenute a redigere e presentare un report di sostenibilità.
Questa esigenza deriva dalla Direttiva 2014/95/UE, introdotta nel 2014 e ufficialmente adottata nell’UE alla fine del 2016. La normativa relativa al bilancio di sostenibilità tuttavia è in evoluzione continua, per rispondere a un panorama in rapida evoluzione. Il regolamento stabilisce l’obbligatorietà del bilancio di sostenibilità per tutte le “grandi imprese che sono entità di interesse pubblico, inclusi gli enti che sono aziende capogruppo di un gruppo di grandi dimensioni, aventi in media oltre 500 dipendenti”.
Questo obbligo normativo mira a promuovere una maggiore trasparenza e responsabilità da parte delle aziende sui grandi temi chiave come la sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG) incentivando la creazione di politiche aziendali più consapevoli.
A cosa serve il bilancio di sostenibilità di un’impresa?
Come già detto, secondo l’attuale normativa UE per alcuni soggetti il bilancio di sostenibilità è un obbligo di legge. Ma è importante segnalare che da gennaio 2023, con l’entrata in vigore della direttiva CSRD, questo obbligo è stato esteso ad un numero ancora maggiore di aziende su territorio europeo, arrivando oggi a quasi 50.000 realtà tenute per legge a stilare un bilancio di sostenibilità.
Molte organizzazioni non tenute all’obbligo, scelgono volontariamente di dotarsi di un proprio report di sostenibilità, per valutazioni strategiche. Il bilancio o report di sostenibilità infatti è uno strumento importante per comunicare all’esterno l’impegno di un’organizzazione nei confronti dei vari stakeholder, investitori e società, ponendosi come interlocutore responsabile verso il proprio impatto e attento a questioni collettive di grande importanza. A questo scopo, le informazioni contenute nel report devono essere chiare, estremamente dettagliate e rilevanti.
Perché è importante e a cosa serve?
La redazione del report implica l’acquisizione e la convalida di un gran numero di informazioni dettagliate che riguardano diversi indicatori, e che vanno costantemente monitorate e periodicamente aggiornate.
Di seguito elenchiamo alcuni dei vantaggi che derivano dalla produzione di un report di sostenibilità:
- Miglioramento della gestione generale dell’organizzazione, grazie all’identificazione di rischi e opportunità di risparmio e ottimizzazione di risorse e costi;
- Rafforzamento della comunicazione interna e del senso di appartenenza. Nelle grandi organizzazioni i dipendenti spesso non sono a conoscenza di tutte le azioni intraprese dall’azienda in un’ottica di riduzione e miglioramento del proprio impatto, e con le quali potrebbero identificarsi;
- Miglioramento della reputazione e dell’immagine aziendale;
- Maggiore trasparenza verso investitori e stakeholder, che si traduce in un miglioramento delle relazioni finanziarie, che possono contare su un consenso interno all’azienda e uan regolare condivisione di informazioni verificate e affidabili.
Il bilancio di sostenibilità in Italia: una panoramica
Il concetto di bilancio di sostenibilità è radicato in una crescente consapevolezza sull’importanza di incoraggiare pratiche aziendali responsabili e contenere l’impatto delle attività economiche sull’ambiente e sulla società. Questo strumento, diventato cruciale per le imprese che puntano a comunicare il proprio impegno verso la sostenibilità, ha iniziato a guadagnare terreno negli anni ’90, come risposta a un’esigenza di maggiore trasparenza e responsabilità da parte di aziende e organizzazioni.
La diffusione del bilancio di sostenibilità in Italia rientra in un movimento globale che ha preso piede a partire dalla conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (UNCED) tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992. Questo evento ha segnato una svolta, ponendo le basi per una nuova era di consapevolezza ambientale e sociale.
Negli anni successivi, il concetto di sostenibilità ha vissuto una graduale integrazione nelle strategie aziendali, sia come allineamento volontario, sia per necessità di adempimenti normativi.
In Italia, il processo di adozione del bilancio di sostenibilità è stato inizialmente guidato dalle grandi aziende quotate in borsa, che hanno riconosciuto l’importanza di comunicare agli stakeholder non solo i benefici finanziari, ma anche gli impatti sociali e ambientali delle loro attività.
Il riconoscimento legale e la formalizzazione del bilancio di sostenibilità sono stati ulteriormente stimolati dall’introduzione della Direttiva 2014/95/UE dell’Unione Europea, la Direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (NFRD), che ha imposto a gruppi e grandi aziende di rendicontare su questioni sociali, ambientali e di governance. L’Italia ha recepito questa direttiva nel 2016.
Oggi il bilancio di sostenibilità è considerato non solo uno strumento di reporting ma anche una leva strategica per le imprese italiane che intendono posizionarsi come player responsabili nel loro settore, migliorare le relazioni con gli stakeholder, attrarre maggiori investimenti e talenti, in un mercato che riconosce sempre più valore alle politiche in ambito di sostenibilità e responsabilità ambientale e sociale.
Il report di sostenibilità con Alens
Alens supporta le aziende nella creazione di un bilancio di sostenibilità. Il servizio include lo sviluppo di un progetto di sostenibilità e il supporto nella realizzazione del bilancio, con l’obiettivo di integrare la sostenibilità nei processi aziendali, creare valore, ridurre i costi attraverso innovazioni, migliorare le relazioni con gli stakeholder e prepararsi ai cambiamenti del mercato.
Alens propone un approccio personalizzato, fornendo coaching e consulenza strategica per aiutare le aziende a migliorare i loro indicatori ESG e a comunicare in modo efficace gli obiettivi e i raggiungimenti in materia di sostenibilità agli stakeholder. Il bilancio di sostenibilità è il primo concreto passo per preparare le imprese a realizzare una più ampia strategia di sostenibilità aziendale e creare un reale vantaggio competitivo in termini di reputazione sul mercato, attrazione di investimenti sostenibili, e conformità con le crescenti richieste normative a livello globale.
Alens mira a posizionare le aziende all’avanguardia delle pratiche di sostenibilità, assicurando che siano pronte non solo a rispondere alle sfide attuali ma anche a capitalizzare le opportunità future legate alla transizione ecologica.
Le differenze fra Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) e bilancio di sostenibilità
La Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) è stata introdotta dalla Direttiva 2014/95/UE dell’Unione Europea, recepita in Italia con il D.Lgs. 254/2016. È requisito obbligatorio per determinate categorie di imprese di grandi dimensioni, come le società quotate, gli istituti di credito e assicurativi e altre aziende di interesse pubblico che superano determinate soglie dimensionali.
Queste aziende sono tenute a includere nella loro relazione annuale una sezione dedicata alle informazioni non finanziarie, che informi in merito ad aspetti ambientali, sociali, e di governance (ad esempio relativi al personale, alla lotta contro la corruzione e le tangenti, alle modalità di pagamento e ai rapporti con i fornitori). L’obiettivo della DNF è fornire una panoramica esaustiva delle politiche, dei rischi e degli esiti legati a questi temi.
Il bilancio di sostenibilità e la dichiarazione non finanziaria hanno dunque molti aspetti in comune e obiettivi simili in termini di comunicazione dell’impegno aziendale verso la sostenibilità. La differenza principale è che, mentre il bilancio si sostenibilità ha lo scopo principale di migliorare la comunicazione con gli stakeholder, la dichiarazione non finanziaria è più orientata all’obiettivo di attirare nuovi capitali.
Il bilancio di sostenibilità, inoltre, può includere una gamma più ampia di informazioni rispetto alla DNF e viene solitamente strutturato secondo standard internazionali di reporting di sostenibilità, come quelli proposti dal Global Reporting Initiative (GRI) o dall’International Integrated Reporting Council (IIRC).
In sintesi, mentre la DNF è una dichiarazione regolamentata e obbligatoria per determinate imprese, e si focalizza su specifici aspetti non finanziari dell’attività aziendale, il bilancio di sostenibilità si inserisce in una iniziativa più ampia e talvolta volontaria, che crea l’occasione per le aziende di raccontare il proprio impegno e i propri intenti in materia di responsabilità ambientale e sociale.
La spinta normativa e le iniziative esterne
Nel corso del 2024 anche in Italia si sta rilevando una accelerazione significativa verso una maggiore responsabilità e trasparenza aziendale. Importanti aggiornamenti normativi oggi estendono l’obbligo di rendicontazione ESG a un numero maggiore di aziende, e aggiornano indici e criteri da includere nel report. Queste misure hanno lo scopo di incoraggiare l’adozione di pratiche più consapevoli e sostenibili, e di porre le basi per un’economia più responsabile ed equa.
Parallelamente, iniziative esterne, come forum di discussione, think tank, workshop e partnership tra il settore pubblico e quello privato, giocano un ruolo cruciale nel supportare le aziende nel percorso di adeguamento a questi standard. Tali iniziative non solo forniscono alle aziende le conoscenze e le risorse necessarie per implementare pratiche di sostenibilità efficaci, ma contribuiscono anche ad alimentare una cultura della sostenibilità più integrata nel tessuto imprenditoriale italiano.
La Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) rappresenta oggi un requisito obbligatorio di rendicontazione sulla sostenibilità per specifiche categorie di entità, tra cui enti di interesse pubblico come banche e assicurazioni di qualsiasi dimensione, nonché per le società quotate con oltre 500 dipendenti e soglie finanziarie stabilite (ricavi netti oltre i 40 milioni di euro o attivi patrimoniali superiori ai 20 milioni di euro).
Il panorama normativo in materia è in costante evoluzione, soprattutto a partire dall’entrata in vigore della nuova direttiva CSRD a gennaio 2023, che estende l’obbligo di rendicontazione ESG a un numero maggiore di imprese europee e intensifica la quantità e la specificità di indicatori e KPI da inserire nel bilancio.
L’obbligatorietà oggi si estende anche alle società e PMI quotate in borsa, ad eccezione delle microimprese, che impiegano meno di 10 lavoratori e registrano un fatturato annuo inferiore a 2 milioni di euro. Le PMI dovranno adeguarsi a questa normativa a partire dal 1° gennaio 2026, segnando un passo importante verso una maggiore trasparenza e responsabilità aziendale nel contesto della sostenibilità.
Questo ampliamento degli obblighi di rendicontazione riflette un’importanza crescente attribuita alle performance ambientali, sociali e di governance (ESG) nel valutare l’impatto e la responsabilità delle aziende nel loro operato.
In questo contesto normativo e di crescente consapevolezza sulla sostenibilità, i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite giocano un ruolo fondamentale nel guidare le azioni e gli sforzi globali verso una maggiore responsabilità. Gli SDGs forniscono un quadro chiaro e universale per affrontare le sfide globali più urgenti, tra cui la riduzione della povertà, la promozione della salute e dell’istruzione, la lotta contro il cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente. L’Italia, insieme ad altri paesi, si impegna attivamente a raggiungere gli SDG attraverso politiche, programmi e azioni concrete volte a integrare questi obiettivi nelle strategie nazionali di sviluppo e nelle pratiche aziendali.
L’allineamento delle normative nazionali e delle iniziative esterne con gli SDG è essenziale per garantire un progresso coerente e significativo verso un futuro sostenibile e inclusivo. Per un approfondimento sui 17 Sustainable Development Goals SDGs visita www.sdgs.un.org/goals
Bilancio di sostenibilità: i migliori esempi
Molte aziende leader nei propri settori hanno abbracciato la pratica di pubblicare regolarmente i loro bilanci di sostenibilità, rispecchiando un impegno crescente verso la trasparenza e la responsabilità aziendale.
Tra queste, vediamo insieme alcuni fra gli esempi più virtuosi:
- Aziende energetiche: compagnie come Enel e Eni sono state tra le prime in Italia a pubblicare bilanci di sostenibilità, data la natura altamente impattante del loro settore sull’ambiente. Queste aziende tendono a fornire dettagliati report ESG che informano tra le altre cose in merito alle azioni intraprese per la riduzione delle emissioni e per la promozione delle energie rinnovabili.
- Istituti finanziari: banche e società assicurative, come Intesa Sanpaolo e Generali, pubblicano bilanci di sostenibilità che illustrano non solo il loro impatto ambientale ma anche le pratiche di governance e le iniziative sociali intraprese.
- Aziende manifatturiere e di beni di consumo: aziende come Pirelli e Ferrero sono esempi di realtà del settore manifatturiero e dei beni di consumo che comunicano regolarmente i propri sforzi per ridurre l’impatto ambientale e migliorare le condizioni sociali lungo le catene di approvvigionamento.
- Settore moda: aziende come Prada e Armani, nel contesto dell’impegno per una moda più sostenibile, pubblicano report di sostenibilità che dettagliano iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale e a promuovere pratiche lavorative etiche.
Quali sono le differenze tra bilancio d’esercizio e bilancio di sostenibilità?
Il bilancio d’esercizio e il bilancio di sostenibilità sono due strumenti di reporting aziendale che servono scopi diversi e riflettono aspetti differenti dell’attività di un’azienda:
Bilancio d’esercizio: natura e obiettivi
Il bilancio d’esercizio è un documento contabile obbligatorio che ogni azienda deve redigere al termine dell’anno fiscale. L’obiettivo principale è quello di fornire una rappresentazione fedele della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica dell’azienda.
- Contenuti: include il conto economico, lo stato patrimoniale e la nota integrativa, che insieme offrono una visione completa dei risultati economici, degli asset e delle passività dell’azienda.
- Regolamentazione: è regolato dai principi contabili nazionali e internazionali (come i principi IFRS), nonché dalla legge del Paese in cui l’azienda opera. In Italia, ad esempio, le norme di riferimento sono contenute nel Codice Civile.
- Destinatari: gli stakeholder principali sono gli azionisti, gli investitori, le banche e le autorità fiscali, che utilizzano il bilancio d’esercizio per valutare la performance economica e finanziaria dell’azienda e prendere decisioni informate.
Bilancio di sostenibilità
Il bilancio di sostenibilità, noto anche come report di sostenibilità o report ESG (Environmental, Social, Governance), è un documento che alcune aziende redigono obbligatoriamente e altre scelgono di redigere su base volontaria, per comunicare il proprio impegno e le proprie prestazioni in ambito ambientale, sociale e di governance.
- Contenuti: include informazioni su impatto ambientale (ad es. emizzioni di scope 1, scope 2 e scope 3, fonti di approvvigionamento di materie prime, acqua ed energia, ecc.), pratiche lavorative, etica aziendale, contributi alla comunità e altri aspetti non finanziari dell’attività aziendale. Il documento può seguire standard internazionali come quelli del Global Reporting Initiative (GRI) o del Sustainability Accounting Standards Board (SASB).
- Regolamentazione: la sua redazione è guidata da principi volontari e da standard di reporting riconosciuti a livello internazionale, e regolamentata dalla direttiva CSRD del gennaio 2023.
- Destinatari: si rivolge a una gamma più ampia di stakeholder, inclusi clienti, dipendenti, partner commerciali e la società nel suo complesso, a chiunque sia interessato a comprendere l’impegno dell’azienda verso la sostenibilità e la responsabilità sociale.
In sintesi, il bilancio d’esercizio si concentra sulla salute economica e finanziaria dell’azienda e ha una natura obbligatoria, mentre il bilancio di sostenibilità è orientato a evidenziare come l’azienda affronta questioni ambientali, sociali e di governance, con una natura obbligatoria per alcune tipologie di impresa e volontaria e strategica per altre, e con l’obiettivo di trasparenza comunicativa e impegno etico.
RSI (o CSR, Corporate Social Responsibility) e ESG: facciamo chiarezza
Nel contesto dell’energia e della sostenibilità, le sigle RSI (Responsabilità Sociale d’Impresa) e ESG (Environmental, Social, and Governance) si riferiscono a due concetti che, pur essendo strettamente correlati, presentano alcune differenze chiave nel loro approccio e nel loro focus.
Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI)
La RSI si riferisce all’impegno volontario da parte delle aziende di contribuire allo sviluppo sostenibile, lavorando per migliorare la società e l’ambiente, oltre che per raggiungere obiettivi economici. Questo concetto enfatizza l’etica aziendale e il contributo positivo che un’impresa può fornire su vari fronti: ambientale, sociale ed economico.
La RSI adotta un approccio olistico che considera l’azienda come parte integrante della società, con una responsabilità etica verso i cittadini, i lavoratori, gli investitori e l’ambiente.
Comprende una vasta gamma di attività, come donazioni a enti di beneficenza, iniziative di volontariato aziendale, pratiche di business etiche, miglioramento delle condizioni di lavoro e riduzione dell’impatto ambientale.
L’obiettivo è un impatto sociale positivo e un miglioramento della reputazione aziendale, oltre che il successo economico.
Environmental, Social, and Governance (ESG)
ESG si concentra su tre pilastri critici nelle decisioni di investimento e nella valutazione della performance aziendale: ambientale (Environmental), sociale (Social) e di gestione (Governance). Questo approccio è spesso utilizzato dagli investitori per valutare le aziende in cui investire, basandosi sulla loro capacità di gestire rischi e opportunità di cambiamento legati a questi tre fattori.
L’ESG valuta specifici criteri e pratiche aziendali sotto i profili ambientale, sociale e di governance, con un occhio di riguardo per la sostenibilità e i rischi a lungo termine.
Include la gestione delle emissioni di CO₂, l’uso efficiente delle risorse, il rispetto dei diritti umani, la diversità e inclusione nei consigli di amministrazione e pratiche di governance trasparenti e responsabili.
L’obiettivo è di fornire a investitori e altri stakeholder una valutazione complessiva del grado di sostenibilità e di responsabilità etica di un’azienda, influenzando così le decisioni di investimento e la valutazione del rischio.
In sintesi, mentre la RSI nota anche come CSR (Corporate Social Responsibility), è più focalizzata sull’impegno volontario delle aziende verso un impatto sociale e ambientale positivo, l’ESG è un criterio utilizzato per valutare come le aziende gestiscono aspetti specifici legati all’ambiente, al sociale e alla governance, con una forte enfasi sulla sostenibilità e sui rischi a lungo termine per gli investitori. Entrambi i concetti sono fondamentali nel promuovere pratiche di business responsabili e sostenibili, ma differiscono per approccio, obiettivi e applicazioni.
Le principali linee guida di rendicontazione del report di sostenibilità
Le principali linee guida e gli standard di rendicontazione della sostenibilità per le aziende italiane sono allineate principalmente con le direttive emanate dal consiglio europeo, integrate da normative nazionali. Ad oggi le principali linee guida di rendicontazione di questo documento in Italia possono essere considerate:
Direttiva UE sulla rendicontazione non finanziaria (Direttiva 2014/95/UE)
Questa direttiva, recepita in Italia con il D.Lgs. 254/2016, richiede alle grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti di divulgare informazioni su questioni ambientali, sociali, relative al personale, al rispetto dei diritti umani, e alla lotta contro la corruzione. La direttiva stabilisce il quadro per la rendicontazione, senza imporre un formato rigido, consentendo alle aziende di aderire a standard internazionali riconosciuti.
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Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
Questa direttiva aggiorna la norma precedente e regolamenta modi e tempi della produzione del report di sostenibilità aziendale. La sua introduzione ha di fatto accresciuto il numero di imprese su territorio europeo tenute a produrre obbligatoriamente questo bilancio.
GRI, Global Reporting Initiative
Si tratta di uno degli standard più utilizzati a livello mondiale per la rendicontazione della sostenibilità. Fornisce un framework dettagliato che le aziende possono seguire per rendicontare in modo corretto, trasparente e comparabile il loro impatto ambientale, sociale e economico. Un’organizzazione che adotta lo standard GRI per il proprio reporting può beneficiare di credibilità e riconoscimento internazionale.
Sustainability Accounting Standards Board (SASB)
Il SASB fornisce standard specifici per settore, focalizzati sulla rendicontazione di questioni finanziariamente rilevanti legate alla sostenibilità. Questo approccio consente ad un’organizzazione di comunicare in modo efficace agli investitori come stanno gestendo i rischi e le opportunità legati alla sostenibilità nel loro settore specifico.
Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD)
Le raccomandazioni della TCFD riguardano la divulgazione di informazioni finanziarie relative al clima, aiutando le aziende a comunicare i rischi e le opportunità che possono avere impatti finanziari significativi. L’adozione delle raccomandazioni della TCFD sta diventando sempre più un punto di riferimento per le aziende impegnate nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Normative nazionali
Oltre alle direttive UE e agli standard internazionali, le aziende italiane devono anche tenere conto di eventuali normative nazionali aggiuntive o specificità che potrebbero influenzare la rendicontazione della sostenibilità. Queste possono includere requisiti di disclosure aggiuntivi, incentivi per pratiche sostenibili o altre leggi pertinenti.
L’orientamento verso queste linee guida e standard è fondamentale affinché il reporting di sostenibilità delle aziende italiane sia all’altezza delle aspettative degli investitori e conforme alle richieste normative, contribuendo così a una maggiore trasparenza e responsabilità aziendale.
Un esempio di bilancio di sostenibilità
In un contesto globale dove la sostenibilità si afferma come criterio imprescindibile per la valutazione delle performance aziendali, il bilancio di sostenibilità 2024 emerge come uno strumento chiave per comprendere l’impegno delle imprese verso pratiche responsabili.
Questo documento, fondamentale per tracciare progressi e delineare obiettivi futuri, offre una finestra sulle iniziative ambientali, sociali e di governance che non solo mirano al benessere del pianeta e della comunità, ma consolidano anche la posizione di mercato delle aziende coinvolte. Attraverso una disamina accurata e trasparente, il bilancio di sostenibilità 2024 svela come queste pratiche responsabili siano divenute pilastri per lo sviluppo sostenibile e il successo aziendale, invitando lettori e stakeholder a riflettere sull’importanza di un impegno concreto e misurabile verso la sostenibilità.
Ecco alcuni punti a titolo di esempio di un ipotetico di report di sostenibilità per un’azienda italiana.
Introduzione e messaggio dell’Amministratore Delegato
- Presentazione dell’impegno dell’azienda verso la sostenibilità.
- Panoramica degli obiettivi di sostenibilità per l’anno e oltre.
Profilo aziendale
- Breve descrizione dell’azienda, inclusi settore di attività, dimensioni e localizzazione.
- Visione, missione e valori aziendali relativi alla sostenibilità.
Approccio alla sostenibilità
- Politiche di sostenibilità adottate.
- Struttura di governance della sostenibilità.
- Stakeholder engagement e collaborazioni.
Prestazioni ambientali
- Iniziative per la riduzione delle emissioni di CO₂ e l’impronta carbonica.
- Uso efficiente delle risorse, inclusi energia, acqua e materiali.
- Gestione dei rifiuti e riciclo.
Impatto sociale
- Politiche per il benessere dei dipendenti e iniziative per il loro sviluppo.
- Contributi alla comunità locale e iniziative sociali.
- Rispetto dei diritti umani lungo la catena di approvvigionamento.
Governance
- Pratiche di governance etica e trasparente.
- Meccanismi di controllo interno per prevenire la corruzione.
- Rispetto delle leggi e delle regolamentazioni applicabili.
Risultati e obiettivi
- Riepilogo dei risultati ottenuti nell’anno di riferimento.
- Obiettivi futuri e piani di azione per migliorare ulteriormente la performance di sostenibilità.
Metodologia e standard di reporting
- Dettagli sugli standard di reporting seguiti (ad es. GRI, SASB).
- Spiegazione della metodologia di raccolta e analisi dei dati.
Conclusione
- Riflessioni finali sull’importanza della sostenibilità per l’azienda.
- Impegno verso un miglioramento continuo.
Questo esempio ipotetico segue le linee guida generali per la redazione di un bilancio di sostenibilità, includendo i principali pilastri ESG (ambientale, sociale e di governance) e rispecchiando un impegno aziendale trasparente e responsabile verso la sostenibilità.
La struttura specifica e i contenuti devono variare di volta in volta per descrivere accuratamente le caratteristiche uniche dell’azienda, del settore di appartenenza, e degli standard di reporting adottati.
FAQ: Domande frequenti sul bilancio di sostenibilità
- Perché un’azienda dovrebbe redigere il bilancio di sostenibilità?
La redazione di un bilancio di sostenibilità aiuta un’azienda a valutare e comunicare il proprio impatto su ambiente e società, migliorare l’immagine aziendale, rispondere alle aspettative di clienti e investitori, e identificare aree di risparmio e di miglioramento operativo. - Quali sono i principali standard di riferimento per la redazione del bilancio di sostenibilità?
Gli standard più diffusi includono il Global Reporting Initiative (GRI), i principi del Sustainability Accounting Standards Board (SASB) e le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD). - È obbligatorio per le aziende italiane redigere il bilancio di sostenibilità?
La redazione del bilancio di sostenibilità è obbligatoria per le grandi imprese di interesse pubblico con oltre 500 dipendenti, secondo il D.Lgs. 254/2016 che recepisce la Direttiva UE 2014/95/UE. Le PMI possono redigerlo volontariamente. - Come può Alens supportare le aziende nella redazione del bilancio di sostenibilità?
Alens offre un servizio completo che include l’analisi preliminare, l’identificazione degli indicatori ESG rilevanti, la definizione dei contenuti del bilancio, e il supporto strategico per integrare la sostenibilità nei processi aziendali, garantendo una comunicazione efficace e trasparente degli obiettivi di sostenibilità. - Quanto tempo richiede la compilazione del report di sostenibilità?
Il tempo necessario può variare in base alla dimensione dell’azienda, alla complessità delle sue operazioni e alla disponibilità di dati. Generalmente, il processo può richiedere da alcuni mesi fino a un anno. - Quali benefici porta oltre alla compliance normativa?
Oltre alla conformità con le normative, pubblicare un bilancio di sostenibilità contribuisce a migliorare e rafforzare la reputazione aziendale, che può tradursi nell’attrazione di investimenti sostenibili, ma anche nell’ottimizzazione di processi e costi, generando così un vantaggio competitivo concreto. - A chi è destinato il bilancio aziendale di sostenibilità?
Il bilancio di sostenibilità aziendale si rivolge a una vasta gamma di stakeholder, ed è essenziale per comunicare in modo trasparente gli sforzi e l’impegno di un’azienda in termini di sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa (CSR). I soggetti interessati includono non solo i dipendenti, i clienti e i fornitori, ma anche le comunità locali, le autorità governative, potenziali e correnti investitori e i media. Il bilancio di sostenibilità, generalmente pubblicato a cadenza annuale, serve come ponte di comunicazione tra l’impresa e questi gruppi, rafforzando la fiducia e supportando il dialogo su questioni di importanza collettiva. - Il report di sostenibilità aziendale è obbligatorio?
Secondo la Direttiva 2014/95/UE, e la successiva CSRD del 2023, il bilancio di sostenibilità è divenuto un requisito obbligatorio per tutte le grandi imprese di interesse pubblico, inclusi i gruppi aziendali che contano in media più di 500 dipendenti, per gli istituti di credito e assicurativi e per le aziende quotate in borsa, con l’esclusione delle microimprese. - È fondamentale coinvolgere l’intera filiera produttiva per elevati standard di sostenibilità?Assolutamente sì. Il coinvolgimento dell’intera filiera produttiva è cruciale per garantire la sostenibilità complessiva di un’azienda. Dall’approvvigionamento dei materiali alla produzione fino alla distribuzione, ogni fase ha un impatto significativo sulle performance ambientali e sociali dell’impresa. Un’attenzione strategica alla sostenibilità lungo tutta la filiera non solo migliora l’efficienza e riduce i rischi, ma contribuisce anche a consolidare un’immagine aziendale realmente “green”.
- Qual è la differenza fra bilancio di sostenibilità, bilancio sociale e bilancio integrato?
Il “bilancio di sostenibilità”, il “bilancio sociale” e il “bilancio integrato” sono strumenti di rendicontazione aziendale che condividono l’obiettivo di fornire una visione complessiva delle performance aziendali, ma si differenziano per il focus e i rispettivi contenuti:- Bilancio di sostenibilità:
- Focus: mette in evidenza gli aspetti economici, sociali e ambientali dell’attività aziendale.
- Portata: include informazioni riguardanti le azioni e le performance dell’azienda in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale.
- Obiettivo: comunicare in modo trasparente e completo l’impatto complessivo dell’azienda sull’ambiente, la società e l’economia.
- Bilancio sociale:
- Focus: si concentra principalmente sugli impatti sociali delle attività aziendali.
- Portata: include informazioni sul coinvolgimento dell’azienda in attività socialmente responsabili, come progetti di beneficenza, iniziative comunitarie, condizioni di lavoro dei dipendenti ecc.
- Obiettivo: rendere conto degli investimenti sociali e dell’impatto positivo dell’azienda sulla società.
- Bilancio integrato:
- Focus: integra le dimensioni finanziarie e non finanziarie dell’azienda in un’unica visione.
- Portata: incorpora informazioni finanziarie tradizionali insieme a dati relativi alla sostenibilità, all’ambiente, alla governance, alle risorse umane e al capitale intellettuale.
- Obiettivo: fornire una visione complessiva e integrata delle performance aziendali, riconoscendo l’interdipendenza tra aspetti finanziari e non finanziari e il loro impatto sul valore complessivo dell’azienda.
In sintesi, mentre il bilancio di sostenibilità si concentra su tutti gli aspetti della sostenibilità aziendale, il bilancio sociale pone l’accento sugli impatti sociali e il bilancio integrato offre una visione più ampia e integrata che include sia aspetti finanziari che non finanziari.
- Bilancio di sostenibilità:
- Cos’è l’analisi di materialità?
L’analisi di materialità è un processo utilizzato dalle aziende per identificare e valutare gli aspetti che sono più rilevanti per le loro attività e per i loro stakeholder. Nel contesto dell’ESG (Ambientale, Sociale e di Governance), l’Analisi di Materialità si concentra sui temi che hanno un impatto significativo sull’azienda stessa e sulla sua capacità di creare valore nel lungo termine.
Le aziende dovrebbero concentrarsi su aspetti ESG che sono rilevanti per la loro industria, la loro catena di approvvigionamento, i loro dipendenti e le comunità in cui operano. Questi possono includere questioni ambientali come l’impatto sul clima, l’uso delle risorse naturali e la gestione dei rifiuti; questioni sociali come la salute e la sicurezza dei lavoratori, la diversità e l’inclusione, e i diritti umani; e questioni di governance come la trasparenza, l’etica aziendale e la gestione dei rischi.
Identificare e gestire questi aspetti materiali è essenziale per le aziende che vogliono migliorare le loro prestazioni ESG, ridurre i rischi e creare valore a lungo termine per tutti i loro stakeholder. - Cos’è lo standard SA 8000?
Lo standard SA 8000 rappresenta un benchmark internazionale per la responsabilità sociale aziendale. Definisce un quadro etico per le condizioni di lavoro, promuovendo il rispetto dei diritti dei lavoratori, la sicurezza sul lavoro, la giustizia retributiva e il rifiuto di pratiche quali il lavoro minorile e la discriminazione. Adottando lo standard SA 8000, un’organizzazione dimostra il suo impegno nel mantenere elevati standard etici e sociali nelle sue operazioni globali.
La redazione del tuo bilancio di sostenibilità con Alens
La produzione del bilancio di sostenibilità aziendale si colloca all’interno del cambio di paradigma in atto riguardo l’ambiente. Il Climate Change in corso, accelerato anche dalle emissioni di CO₂ e dall’utilizzo massivo di risorse e fonti di energia non rinnovabili, porteranno cambiamenti radicali nello scenario dei consumi, della produzione e dello sviluppo.
Alens si propone di affiancare le imprese nella redazione e produzione del Bilancio di Sostenibilità: un primo passo di un percorso verso sostenibilità e responsabilità per un’azienda. A questo Alens affianca un servizio di coaching (Sustainability Development Project), attraverso una serie di assessment e azioni preliminari che porteranno alla progettazione di un piano strategico con l’obiettivo di migliorare i parametri ESG dell’azienda e avviare una comunicazione più trasparente con tutti gli stakeholder in merito a obiettivi futuri e azioni già intraprese.
Perché redigere un bilancio di sostenibilità con Alens?
- Per seguire con prontezza i grandi cambiamenti in atto;
- Per integrare efficacemente la sostenibilità nei processi aziendali e generare un impatto positivo;
- Per scoprire che un approccio sostenibile può diventare driver di riduzione dei costi, e contribuire allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi;
- Per stabilire un rapporto con gli stakeholder basato su fiducia e comunicazione efficace;
- Per sviluppare una strategia di marketing in grado di comunicare l’approccio attivo e l’impegno intrapreso dall’azienda.
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