Verso una maggiore sostenibilità nell’edilizia: il nuovo regolamento UE sui prodotti da costruzione
Il settore dell’edilizia rappresenta una parte importante delle attività economiche dell’UE, con un impatto significativo sia a livello economico che ambientale. Contribuisce per il 5,5% al PIL dell’UE e coinvolge circa 25 milioni di persone in oltre 5 milioni di aziende, molte delle quali sono piccole e medie aziende.
Tuttavia, questo settore è anche uno dei maggiori responsabili del consumo di risorse e della produzione di rifiuti, rendendo necessarie nuove strategie per migliorare la sostenibilità e l’efficienza.
Cos’è il Regolamento sui prodotti da costruzione (CPR)?
Il Regolamento sui prodotti da costruzione (Construction Products Regulation – CPR) è il regolamento europeo che disciplina la commercializzazione dei materiali da costruzione nel mercato unico dell’Unione Europea. Introdotto nel 2011, mirava a garantire che i prodotti utilizzati nel settore delle costruzioni rispettassero standard comuni di sicurezza, qualità e sostenibilità.
Questo regolamento stabilisce obblighi chiari per produttori, importatori e distributori, assicurando che i materiali da costruzione rispettino determinate prestazioni tecniche e ambientali, facilitando nel contempo la libera circolazione di tali prodotti all’interno dell’Unione Europea.
Ad esempio, il regolamento prevede che i prodotti come il cemento, i materiali per isolamento termico e i sistemi di copertura debbano superare determinati test di resistenza al fuoco, isolamento acustico o efficienza energetica.
CPR: il regolamento che trasforma il mercato dell’edilizia
L’industria dei prodotti da costruzione comprende circa 430.000 aziende nell’UE, con un fatturato complessivo di 800 miliardi di euro. Gli edifici rappresentano il 50% dell’estrazione e del consumo di risorse e generano oltre il 30% dei rifiuti totali nell’Unione Europea. Assorbono anche il 40% del consumo energetico dell’UE, insieme al 36% delle emissioni di gas serra legate all’uso di energia.
Per rispondere a queste sfide, il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato il nuovo Regolamento sui Prodotti da Costruzione (CPR) Questo regolamento modifica le norme esistenti per facilitare il funzionamento del mercato unico, ridurre gli oneri amministrativi e promuovere la transizione ecologica e digitale.
Tra i principali cambiamenti è presente una nuova definizione del termine “prodotto da costruzione”, l’introduzione di un passaporto digitale per il prodotto per migliorare la tracciabilità e un aumento dei controlli di mercato per garantire la conformità con le nuove disposizioni.
Inoltre, la Commissione Europea avrà l’autorizzazione ad adottare standard comuni specifici quando la normale procedura regolamentare dell’Unione Europea risulta inefficace oppure ostacolata.
Quali effetti avrà il regolamento CPR del settore edilizio?
L’adozione di materiali più ecologici ed energeticamente efficienti porterà numerosi benefici al settore edilizio.
In particolare, il consumatore godrà di una maggiore tutela grazie alla disponibilità di informazioni più chiare sull’impatto ambientale e le caratteristiche di sicurezza dei prodotti, garantendosi di conseguenza l’informazione, la consapevolezza e la sostenibilità delle proprie scelte.
Posto che rispettare le condizioni delle nuove norme è una condizione d’obbligo per mantenere i requisiti di permanenza nel mercato europeo dei prodotti da costruzione, sotto un certo punto di vista rappresenta anche l’occasione per aumentare il valore dell’offerta. Garantendo, infatti, la conformità al regolamento, i produttori contribuiranno a tutelare più aspetti del mercato in cui operano, come la salute e l’impatto ambientale, aumentando la qualità complessiva e l’affidabilità dei propri prodotti.
Conclusione
Il nuovo Regolamento sui Prodotti da Costruzione, pubblicato il 18 dicembre 2024, andrà a sostituire quello attuale e sarà operativo dall’8 gennaio 2026. A partire da quella data, le nuove norme di prodotto verranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, con i due regolamenti che coesisteranno fino all’8 gennaio 2040, momento in cui il vecchio regolamento verrà abrogato.
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