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Crisi energetica: gli strumenti per gestirla al meglio

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Aprile 6, 2022

COME AFFRONTARE LA CRISI ENERGETICA

Con gli attuali scenari di guerra in Ucraina, nel momento in cui scriviamo e per i quali ci auspichiamo una pronta risoluzione, risulta sempre più preoccupante l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale iniziato già prima dell’estate del 2021 e che si è protratto finora.

Le risorse economicamente significative messe in campo dal Governo per ridurre gli aumenti dei prezzi, seppur tardive rispetto ad una crisi già in atto, non hanno totalmente annullato l’impatto degli aumenti. A subirne le conseguenze sono maggiormente le imprese, sia grandi aziende sia Piccole e Medie che ad oggi pagano per l’energia elettrica un prezzo della sola componente energia almeno quattro volte rispetto a quello pagato nella prima metà del 2021 e circa il 6% in più rispetto alla Francia, il 34 % in più rispetto alla Germania e l’11% in più rispetto alla Spagna (confronto sui prezzi spot di gennaio 2022).

I motivi del caro energia sono riconducibili a diversi fattori che hanno agito contemporaneamente nel corso degli ultimi mesi: uno di questi è da ricercarsi nella crisi del prezzo del gas naturale.

Quella attuale è sostanzialmente la prima grave crisi del mercato del gas naturale e del sistema dei prezzi a breve termine: infatti se fino al periodo 2008-2010 (anni della liberalizzazione dei mercati energetici italiani) i prezzi del gas erano basati su contratti a lungo termine con prezzi indicizzati sulla base di prodotti petroliferi e contenenti clausole take or pay molto rigide, nel tempo si è assistito alla riduzione di questo tipo di contratti in favore di formule di prezzo con riferimenti alle quotazioni agganciate agli hub e a breve termine.

Fino al 2020 il sistema dei prezzi a breve termine ha funzionato abbastanza bene, ma a partire dal 2021 e con la ripresa economica, ha iniziato a mostrare tutti i suoi difetti: operatori impreparati alle crescenti richieste hanno fatto in modo che i prezzi iniziassero la loro rapida ascesa senza mai fermarsi, anzi nel tempo si sono accentuati a causa della forte domanda geograficamente proveniente dal continente asiatico.

Oltre alla crisi del prezzo del gas naturale, ha giocato un ruolo importante anche il meccanismo legato ai permessi per le emissioni di anidride carbonica (EUA) scambiati tramite l’ETS (Emission Trading System).

In breve, questa forma di tassazione ambientale, nel periodo regolatorio 2021-2030 ha subito un’ulteriore stretta rispetto al periodo precedente per spingere la generazione elettrica e le produzioni aziendali verso una maggiore sostenibilità.

Tale pressione sulle produzioni e quindi sulle emissioni hanno fatto lievitare i prezzi già dall’avvio della Fase IV in maniera sensibile rispetto alla fase precedente.

La generazione elettrica ha subito di conseguenza entrambe le ripercussioni: il prezzo del gas per la produzione e il prezzo delle EUA per le tonnellate di CO2 emesse a fronte della produzione elettrica.

Altro motivo è da ricercarsi anche nell’attuale meccanismo di formazione dei prezzi, tramite il System Marginal Price (SMP): anche se l’Antitrust ha da poco frenato una sua possibile revisione, è innegabile che alle condizioni odierne ha mostrato tutti i suoi difetti.

Con uno scenario di crisi come quello in corso, il System Marginal Price amplifica un problema di prezzi presente sul mercato gas riportandolo al mercato elettrico.

Il prezzo spot attuale nel mercato del gas naturale, pur rappresentando il riferimento di prezzo, non raffigura il vero valore di scambio dei contratti già esistenti.

Il prezzo spot dell’energia elettrica, d’altro canto, descrive il costo di produzione termoelettrica generalmente da gas naturale (ovvero circa il 50% della produzione media nazionale).

Risulta quindi evidente che i prezzi attuali, formatisi in entrambi i mercati e pagati dal cliente finale, generano degli extra profitti per i produttori non termoelettrici e per gli importatori di gas naturale.

Allo stesso modo la quota di copertura degli oneri ETS sul termoelettrico viene incassata anche da chi non è soggetto obbligato, essendo quota parte del marginal price definito in borsa.

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COME MITIGARE I COSTI DELLE FORNITURE ENERGETICHE

Gli strumenti a disposizione per mitigare i costi delle forniture energetiche sono diversi e ne esamineremo alcuni.

Semplice, ma non banale, è l’ottimale acquisto delle proprie forniture: i fattori di incertezza legati alle opportunità del mercato libero per l’ottimizzazione dei costi di approvvigionamento energetico, rendono indispensabile una strategia congiunta tra analisi della variabilità e volatilità dei mercati delle commodities energetiche e attuazione di una strategia di contenimento del rischio idonea per la propria attività. Si passa da politiche di acquisto scaglionato, gestione di policy di acquisto, osservazione continua dell’andamento dei mercati, contrattazione di favorevoli clausole contrattuali, che permettono di limitare gli effetti avversi potenzialmente dannosi legati alla volatilità e variabilità odierna del mercato dell’energia.

L’efficienza energetica è un altro potente strumento per garantire un minore impatto dell’energia sui costi aziendali, oltre che ad avere effetti positivi sulla transizione energetica.

Spesso ci vuole tempo per ottenere risultati importanti, ma alcune soluzioni richiedono meno tempo: si pensi al migliore isolamento degli edifici o alla forte spinta che potrebbe arrivare dall‘installazione di pompe di calore o di ulteriori interventi che porterebbero un’importante riduzione dei consumi e dei costi.

Aiutare le piccole e media imprese (PMI) attraverso programmi efficaci per offrire audit di efficienza energetica e consulenza necessaria attuando interventi utili per risparmiare energia in modo rapido ed efficace sarebbe un ulteriore strumento.

Si può continuare passando per l’installazione di nuovi impianti a fonte rinnovabile come fotovoltaico, eolico e altre fonti, e nel breve periodo incentivare i clienti finali, consumatori di energia elettrica, ad associarsi per produrre tramite fonti rinnovabili in uno stesso luogo l’energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno, “condividendola” attraverso le comunità energetiche: tutti fattori importanti che potranno essere una spinta notevole per ottenere vantaggi economici, sociali e ambientali,

Una buona spinta ad alcune riforme necessarie per affrontare l’attuale crisi arriva, alla data in cui scriviamo, dal Decreto Energia: incentivare l’utilizzo delle fonti rinnovabili, sgravandole da regimi burocratici finora molto penalizzanti può essere un punto di partenza, nel breve periodo e nel lungo periodo, molto importante in sinergia con le ultime proposte per le comunità energetiche.

Anche l’efficienza energetica dovrà mantenere un ruolo di primaria importanza per ridurre e rendere più efficiente gli utilizzi energetici di produzione e dei processi.

È inoltre fondamentale la revisione del meccanismo della formazione dei prezzi: tagliare gli extra profitti alle rinnovabili non è la soluzione; piuttosto sarebbe meglio limitare superiormente il prezzo massimo di formazione, in un periodo di crisi come quello attuale: ci si potrebbe trovare delle sorprese in termini di prezzo abbastanza importanti.

Tali misure dovranno essere attuate con una certa rapidità poiché nel breve periodo, anzi brevissimo senza reali azioni efficaci, le compensazioni introdotte dagli ultimi DL rischiano di essere rapidamente bruciate ritrovandosi in un attimo al punto di partenza.

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