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Dalla diagnosi energetica al piano di sostenibilità

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Febbraio 2, 2024

La diagnosi energetica è l’elemento cardine per poter sviluppare un piano di sostenibilità ambientale.

Diagnosi energetica esempi e caratteristiche

Il concetto di base è che riducendo i consumi, diminuisce anche l’impatto a livello di emissioni di CO2. Il consiglio quindi è di attuare interventi di miglioramento solo dopo aver riportato all’interno dei parametri corretti il consumo di energia e di conseguenza anche le emissioni. Una volta ridotte le emissioni di CO2 legate alla mia attività, posso intraprendere altri percorsi per compensare ciò che non mi è stato possibile cancellare in una prima battuta.

Il principio su cui si basa questo criterio è la consapevolezza che il pianeta è uno e le risorse disponibili sono limitate. A dimostrazione di ciò, basti pensare che ogni anno le risorse naturali si esauriscono verso giugno, e fino a dicembre utilizziamo le risorse destinate agli anni a venire.

Se tutti agissero liberamente e senza ridurre i propri consumi, arriveremmo a un momento in cui non avremmo sufficienti risorse per compensare quelle utilizzate: per questo motivo la diagnosi energetica è fondamentale.

Cos’è la diagnosi energetica e come si esegue 

 La diagnosi energetica è una fotografia della situazione aziendale reale dal punto di vista energetico.

Si procede eseguendo un’analisi di tutti i flussi energetici effettuati, considerando gli usi finali dell’energia stessa.

È necessario verificare:

  • le modalità e gli usi energetici principali
  • gli usi energetici soggettivi
  • i benchmark di riferimento per poi confrontarli con i consumi specifici di ogni azienda.

Successivamente si andranno a individuare gli interventi di miglioramento.

Il termine diagnosi indica difatti che, oltre all’analisi dei consumi, riporto i migliori interventi di miglioramento per ridurli.

Con la diagnosi abbiamo una fotografia chiara e siamo in possesso della baseline di riferimento: consideriamo questo momento come il punto iniziale per poter poi implementare il nostro percorso di miglioramento.

Con l’analisi energetica, è stato già effettuato un intervento dal punto di vista energetico, e l’azienda è a conoscenza dell’effort da superare e dell’investimento economico di cui necessita per raggiungere gli obiettivi fissati.

Ora, è possibile pianificare gli interventi da effettuare, secondo una cadenza stabilita da un programma idoneo in base alle nostre necessità e alle nostre disponibilità.

Il primo passo per un piano di sostenibilità è stato completato: si tratta di un percorso complesso che ha come obiettivo finale la carbon neutrality, ovvero l’azzeramento delle emissioni di CO2 con degli obiettivi definiti.

La diagnosi energetica non viene fatta soltanto all’inizio del percorso, ma viene ripetuta almeno una volta all’anno per monitorarne lo stato dal punto di vista energetico.

{{cta(‘383b561b-6812-4b1f-a49f-0d0327e4a6d2’)}}Le fasi del piano di sostenibilità 

 Nell’analisi energetica l’intervento iniziale consiste in un’analisi che consentirà di pianificare gli interventi di miglioramento.

 Quando le necessità imprescindibili di consumo energetico sono note, è possibile proseguire nel progetto di sostenibilità. Dalla diagnosi energetica bisogna spostarsi in un ambito legato alle emissioni di CO2; bisogna quindi effettuare l’analisi dello status di impatto dell’impronta di carbonio e valutare la carbon footprint del prodotto in esame.

Sia che ci si voglia focalizzare su una quantificazione di emissioni di CO2 per un prodotto specifico dell’azienda, considerando quindi l’intero percorso, sia che si voglia considerare l’intera organizzazione, è necessario implementare l’analisi dell’inventario GHG – Greenhouse Gases.

Si tratta dell’analisi delle emissioni di CO2 del sito dell’organizzazione, prendendo in esame sia le emissioni dirette, sia quelle indirette.

L’impatto principale è generato solitamente dal consumo di combustibili già analizzato durante la diagnosi energetica.

 Nel conteggio delle emissioni indirette sono presenti le emissioni indirette di gas a effetto serra legate alla nostra attività specifica, ma è anche compresa la quota legata all’energia acquistata dalla rete, in quanto non viene prodotta direttamente dal sito.

All’interno delle varie fasi del piano di sostenibilità si vanno ad individuare due tipi di obiettivi cadenzati nel tempo:

  • obiettivi modulati sulla base di interventi di efficienza energetica, che riducono la necessità di energia e di conseguenza anche la necessità di emettere CO2;
  • obiettivi legati a ulteriori interventi a livello di processo o, in ultima analisi, anche a livello di compensazione e di acquisto di crediti di carbonio. Questi ultimi sono vincolati ad attività di riduzione, non in loco ma in altre parti del pianeta, in modo da arrivare a compensare passo dopo passo le emissioni di CO2.

Nella scelta dei progetti che portano a questa compensazione è necessario adottare una logica coerente con gli impegni prefissati. È importante individuare progetti che siano sostenibili non soltanto dal punto di vista delle emissioni di CO2, ma che si allineino anche agli obiettivi oggi definiti dell’Agenda 2030 dell’Onu.

 

Per eseguire un piano di sostenibilità sono necessari continui controlli della situazione dal punto di vista delle emissioni di CO2: occorre definire la baseline come stabilito per la parte energetica e il consumo di energia, per fissare le misure di riduzione dirette e indirette.

 In seguito, vengono stabiliti i vari step da raggiungere.

Dopo aver definito la baseline è possibile definire la percentuale di riduzione per arrivare all’obiettivo finale: dallo zero al 100% di riduzione per N step in base alle necessità e al piano.

Al fine di garantire che il piano di sostenibilità sia coerente con gli impegni e che sia tracciato nel modo più trasparente possibile nei confronti degli stakeholder e di tutti coloro che entrano in contatto con l’azienda, le certificazioni dovranno coprire tutti i passaggi individuati.

Nello specifico, la diagnosi energetica dovrà seguire la norma UNI CEI EN 16247 e tutte le sue 5 declinazioni.

 Ogni diagnosi deve essere svolta da professionisti esperti di legge, di gestione dell’energia, di certificazioni per la quantificazione delle emissioni di CO2 e di carbon footprint. Ciò comporta il rifacimento dell’analisi e del calcolo dei progressi con cadenza verosimilmente annuale. Le certificazioni servono proprio per avere una metodologia standard e universalmente riconosciuta.

Esistono inoltre dei protocolli che certificano il percorso stesso e che raggruppano le certificazioni: partendo dalle certificazioni ISO, i protocolli stabiliscono il raggiungimento dei vari step di percorso a cominciare dalla baseline. Il principale protocollo oggi è applicato da Zerocarbontarget, che indica quali sono gli obiettivi necessari per certificare il proprio percorso di sostenibilità.

Quali sono i costi da sostenere per un piano di sostenibilità?

 Al di là dei vincoli presenti nei vari protocolli, il principio fondamentale è legato al fatto che acquistando, avviene un compenso, e quindi si raggiunge la carbon neutrality per quell’anno.

 L’anno successivo è necessario ripartire di nuovo dall’inizio, e comprare nuovamente.

Al contrario, realizzando interventi di miglioramento, si va a rivedere la re-ingegnerizzazione del processo per la riduzione dell’impatto di CO2.

 Il livello di riduzione va mantenuto nel tempo. Mantenere in efficienza gli impianti comporta la necessità di acquistare soltanto quella parte residuale di compensazione per poter proseguire.

L’approccio più operativo rispetto a quello dell’acquisto potrebbe essere più impattante al fine di avere un risultato immediato, ma sicuramente è un percorso più virtuoso e sostenibile.

Altri costi possono essere dovuti alle certificazioni; questi però risultano essere marginali rispetto all’impatto degli interventi da mettere in campo a livello strategico, e soprattutto nei confronti del ritorno che si ottiene in termini di ricavi o costi minori.

In ogni caso, questi costi sono trascurabili rispetto ai benefici anche economici ottenuti dall’applicazione del piano di sostenibilità.

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