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Diagnosi Energetica 2027: Guida Completa all’Obbligo per le Imprese Energivore

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Luglio 12, 2024

Secondo le disposizioni della normativa vigente, la diagnosi energetica obbligatoria è ad oggi una realtà per le grandi imprese e per le imprese classificate come “energivore”.

Queste aziende hanno l’obbligo di provvedere a una diagnosi energetica dei propri edifici rispettando determinate periodicità, e successivamente comunicare il risultato all’ENEA, l’Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente.

Le imprese sottoposte all’obbligo devono dunque effettuare una diagnosi energetica con cadenza quadriennale. L’ultima revisione dell’audit energetico risale alla fine del 2023, ciò significa che la prossima scadenza per la presentazione della diagnosi energetica è fissata al 2027.

Vediamo di seguito quanto c’è da sapere riguardo obblighi, scadenze e orizzonte normativo per la diagnosi energetica 2027.

Diagnosi energetica 2027: norme, obblighi e definizioni.

La diagnosi energetica è in sintesi un assessment che ha lo scopo di comprendere come e dove viene utilizzata l’energia all’interno di un edificio, sia questo un ente, un’impresa, un insieme di uffici o un impianto di produzione.

Attraverso questo audit si può comprendere la situazione attuale e valutare eventuali interventi futuri per rendere i consumi più efficienti e migliorare la gestione generale dell’approvvigionamento e dell’utilizzo energetici. La diagnosi è dunque lo step che precede qualsiasi valutazione di modifiche o azioni su componenti o impianti di un edificio.

Come si legge nel D.lgs 141/2016, una diagnosi energetica è “una procedura sistematica”, che ha l’obiettivo di indagare e conoscere il profilo di consumo energetico di un determinato edificio o insieme di edifici, che possono essere pubblici o privati, impianti o esercizi commerciali, e di conseguenza individuare possibilità e strategie di efficientamento e riduzione dei consumi, aprendo a opportunità di risparmi e benefici.

La diagnosi energetica interesserà sempre più anche gli edifici residenziali.

Come già accennato, l’organizzazione che opera una diagnosi energetica è tenuta a riferire in merito ai risultati dell’audit al Dipartimento per l’efficienza energetica dell’ENEA.

Come si legge proprio sul sito dell’Ente, in Italia oggi l’obbligo di diagnosi energetica con cadenza quadriennale coinvolge i seguenti soggetti:

  • imprese classificate come di grandi dimensioni, ovvero che hanno più di  250 dipendenti e un fatturato annuo superiore ai 50 milioni di euro, o con un totale di bilancio annuo superiore ai 43 milioni di euro;
  • imprese con consumi energetici importanti, o “energivore”, ovvero quelle imprese che consumano nell’anno solare 2,4 GWh di energia elettrica (o di altra tipologia) e, le cui spese energetiche superino il 3% del fatturato totale.

In seguito ad aggiornamenti normativi, ad oggi sono esenti da obbligo le amministrazioni pubbliche riportate negli elenchi ISTAT, e le grandi imprese con consumi complessivi inferiori ai 50 tep.

EPBD e direttive case green

A questo bisogna aggiungere inoltre le direttive europee EPBD – Energy Performance of Building Directive, conosciute col nome di “Case Green”, che prevedono in generale per gli edifici di classe energetica G la necessità di passare almeno alla classe energetica F entro e non oltre il 2030, data oltre la quale non potranno più essere venduti. Dal provvedimento sono escluse ad oggi le case vacanza, le abitazioni indipendenti con superficie inferiore a 50 metri quadrati, le chiese e gli altri luoghi di culto.

La scadenza del 2030 è anticipata al 2027 per gli edifici non residenziali: questo comporta che molte organizzazioni dovranno dotarsi di una diagnosi energetica entro il 2027.

Quest’obbligo in particolare comporterebbe per il Paese la necessità di numerosi adeguamenti, non solo per aziende, imprese e impianti produttivi, ma anche per edifici residenziali soprattutto le costruzioni storiche più antiche che dovranno adeguarsi agli oneri di legge procedendo a ristrutturazioni ed efficientamenti anche importanti.

In cosa consiste la diagnosi energetica

Torniamo ora alla diagnosi energetica e vediamo più nello specifico in cosa consiste. A seconda delle specifiche esigenze, gli audit energetici possono essere adattati al singolo caso tenendo conto anche il settore di appartenenza dell’organizzazione in oggetto, per descriverne al meglio le caratteristiche specifiche e farne una panoramica energetica generale.

Gli audit energetici possono essere diversi a seconda dell’oggetto dell’analisi e dell’obiettivo dell’audit, e possono prendere in considerazione i seguenti aspetti e parametri:

  • la valutazione delle fatture energetiche e dei dati delle singole forniture
  • l’analisi generale dell’edificio e degli impianti
  • la valutazione delle condizioni operative

A questo seguirà:

  • una stima del margine di efficientamento e dunque di taglio dei consumi
  • il calcolo del conseguente risparmio in termini di energia e di costi
  • lo sviluppo di una strategia efficace per l’ottimizzazione dei consumi, ma anche per la riduzione delle emissioni di CO₂
  • profilare soluzioni concrete per mettere in atto la strategia precedentemente definita
  • sottoporre un report all’ente preposto al controllo, l’ENEA.

I vantaggi di una diagnosi energetica

Nonostante la diagnosi energetica sia un obbligo di legge per numerosi soggetti, ciò non toglie che un’organizzazione possa decidere in autonomia di dotarsene su base volontaria, per ragioni strategiche, di efficientamento e per allinearsi agli obiettivi comuni dell’Agenda 2030 in merito a transizione ecologica e riduzione delle emissioni.

Secondo quanto riportato sul sito dell’ENEA, da un rilevamento svolto sulle diagnosi energetiche registrate in Italia, gli interventi di efficientamento e modifica messi in campo dalle imprese del Paese avrebbero prodotto collettivamente un risparmio di energia pari a 750 ktep/anno.

Oltre alle necessità previste dalla normativa vigente, provvedere all’audit energetico di un edificio è un’operazione che comporta indubbi vantaggi. Vediamoli di seguito.

  • innanzitutto, un audit energetico svolge un ruolo fondamentale nella decisione di un’impresa di mettere in atto misure di efficientamento energetico. Un ente o organizzazione dotato di diagnosi energetica sarà più propenso a mettere in atto investimenti di efficientamento energetico, rispetto a un ente che non ha una propria diagnosi energetica;
  • fare una diagnosi energetica significa avere un quadro chiaro e preciso dei propri consumi energetici o di quelli della propria azienda;
  • questa consapevolezza è alla base di qualsiasi intervento per la riduzione di sprechi, per l’ottimizzazione dell’utilizzo energetico e l’eventuale diminuzione dei costi di approvvigionamento;
  • fare un assessment del profilo energetico di un’organizzazione permette di valutare l’utilizzo di tecnologie e sistemi per una gestione ottimale del risparmio energetico, ed è alla base del processo per la certificazione ISO 50001- Sistemi di gestione dell’energia [LINK articolo];
  • una diagnosi energetica permette di valutare le condizioni contrattuali per la fornitura di energia e di intervenire sul proprio impatto ambientale e sulle proprie emissioni, riducendole;
  • effettuare una diagnosi energetica consente a un’organizzazione di accedere a eventuali incentivi o detrazioni previsti a livello nazionale e internazionale.

Predisporre una diagnosi energetica entro il 2027 è dunque non solo un obbligo di legge, ma il primo e fondamentale passo verso qualsiasi intervento migliorativo del sistema di gestione energetica.

Può inoltre costituire la base per una strategia aziendale di più ampio respiro che mira a contribuire alla sempre più necessaria transizione verso un’economia più responsabile, con la diminuzione delle proprie emissioni, l’ottimizzazione dei consumi e il contenimento, o ancora meglio l’abbattimento, di sprechi e dispersioni. 

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