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CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive

Autore
Novembre 16, 2022

Corporate sustainability reporting directive Italia

Il Parlamento europeo ha approvato la Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD, la nuova direttiva sulla rendicontazione delle informazioni di carattere non finanziario che sostituisce la direttiva 2014/95/UE sulla Dichiarazione Non Finanziaria – DNF.

La norma si applicherà, oltre che alle grandi società, alle PMI quotate e non quotate; inoltre sono previsti impegni anche per le imprese extra UE che svolgono attività rilevanti in ambito UE, nello specifico con fatturato in Unione Europea superiore a 150 milioni di euro. 

Corporate sustainability reporting directive Italia – Roadmap

  • 1° gennaio 2024 la direttiva interesserà le grandi imprese con oltre 500 dipendenti già soggette alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria. La scadenza è prevista nel 2025.
  • 1° gennaio 2025 verranno coinvolte anche le grandi imprese attualmente non soggette alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria. In questo caso si tratta di imprese che rispondono a questi criteri: contano più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di totale attivo. In questo caso, con scadenza nel 2026.
  • 1° gennaio 2026 il perimetro di azione si allarga alle PMI quotate e alle altre imprese. In questa circostanza la scadenza è nel 2027, mentre per le PMI il termine si prolunga sino al 2028.

Novità sulla Corporate sustainability reporting directive 

  • La CSRD introdurrà l’obbligo di certificazione del reporting da parte di un revisore o certificatore indipendente accreditato.
  • Viene richiesto alle aziende di preparare il bilancio e la relazione sulla gestione in formato XHTML.
  • La CSRD incorpora anche il concetto di “doppia materialità“, ovvero i rischi per l’impresa e gli impatti dell’impresa. Le stesse saranno tenute a considerare ogni prospettiva di materialità a sé stante e a divulgare informazioni rilevanti da entrambe le prospettive, nonché informazioni rilevanti solo da una delle prospettive.
  • La CSRD introdurrà standard trasversali, standard settoriali e requisiti settoriali specifici, in fase di elaborazione dell’EFRAG.
  • Gli standard trasversali sono destinati a fornire informazioni su questioni generali e non di attualità, comprenderanno disposizioni generali di rendicontazione ESG come la Due Diligence, la strategia e il modello di business, i confini e la catena del valore.


CSRD Principi di rendicontazione

L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) sta lavorando a una prima serie di bozze di principi di rendicontazione della sostenibilità (ESRS). Gli ESRS applicabili prevedono un’informativa standardizzata per settore. Le imprese dovranno trattare le questioni ambientali, sociali e di governance, riferite sulle seguenti aree:

  • strategia e modello di business in relazione alla sostenibilità;
  • governance e organizzazione in relazione alla sostenibilità;
  • valutazione della materialità degli impatti, dei rischi e delle opportunità legati alla sostenibilità;
  • misure di attuazione che comprendono politiche, obiettivi, azioni e piani d’azione, allocazione delle risorse e metriche di performance.

L’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) sta lavorando a una prima serie di bozze di principi di rendicontazione della sostenibilità (ESRS).

Gli ESRS applicabili prevedono un’informativa standardizzata per settore.

Le imprese dovranno trattare le questioni ambientali, sociali e di governance, riferite sulle seguenti aree:

    • strategia e modello di business in relazione alla sostenibilità;
    • governance e organizzazione in relazione alla sostenibilità;
    • valutazione della materialità degli impatti, dei rischi e delle opportunità legati alla sostenibilità;
    • misure di attuazione che comprendono politiche, obiettivi, azioni e piani d’azione, allocazione delle risorse e metriche di performance.

Conclusioni

Queste importanti novità evidenziano l’attenzione dell’Unione Europea sui temi ESG, inserendosi tra le misure adottate per raggiungere gli obiettivi imposti dall’European Green Deal.

Le imprese quotate e non dovranno adoperarsi il prima possibile per raccogliere i dati e le informazioni da rendicontare. Sono stati inseriti dei limiti temporali ma ciò non esclude la possibilità di ritrovarsi fuori dal mercato in caso di mancata e pronta adesione dei principi ESG: infatti, vediamo un mercato dove le varie etichette o certificazioni, soprattutto ambientali, possono più o meno assicurare quote di mercato su tutta la value chain.

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