Le Comunità Energetiche
Le comunità energetiche, cosa sono e come funzionano?
Tra gli argomenti più discussi del momento ci sono sicuramente le cosiddette CER, Comunità di Energia Rinnovabile.
Si tratta di un insieme di soggetti che condivide energia rinnovabile e che ha come scopo la lotta allo spreco energetico e la valorizzazione di un modello innovativo per la produzione, la distribuzione e il consumo di energia.
Le CER rappresentano una delle diverse configurazioni inglobate dal più grande insieme dell’Autoconsumo diffuso e vengono regolate, pertanto, da un modello generale applicato a un contesto specifico.
L’autoconsumo diffuso e il TIAD
Occorre fare una breve premessa sulle caratteristiche generali dell’Autoconsumo, per poter analizzare la struttura e le regolazioni più specifiche delle Comunità Energetiche.
L’autoconsumo consiste nella possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto per far fronte ai propri fabbisogni energetici, che apporta una serie di vantaggi per chi gode delle sue configurazioni, sia inerenti al consumo energetico che all’impatto ambientale.
Per le configurazioni di Autoconsumo diffuso, definite dai decreti legislativi 199/21 e 210/21, trova applicazione il nuovo Testo Integrato Autoconsumo Diffuso (TIAD) approvato dall’ARERA, che va a sostituire la precedente regolazione, sempre di ARERA, 318/2020 e che, rispetto alla vecchia regolazione, fornisce definizioni univoche per tutte le varie configurazioni di autoconsumo e distingue i perimetri geografici entro i quali rilevare e considerare l’energia elettrica condivisa.
Questo provvedimento fornisce il quadro delle regole in cui rientrano tutti i sistemi per l’autoconsumo diffuso, oltre che i soggetti che possono godere di tale misura, tra cui gli autoconsumatori che agiscono collettivamente in edifici e condomini, gli autoconsumatori individuali su rete pubblica e le comunità energetiche.
Quest’ultime saranno oggetto di un’analisi più approfondita.
Caratteristiche e requisiti delle comunità energetiche
Il primo aspetto su cui soffermarsi per delineare il profilo chiaro di una CER riguarda lo scopo per cui esse nascono, descritto dal primo comma dell’articolo 31 del D.lgs 199/21:
“l’obiettivo principale della comunità è quello di fornire
benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai
suoi soci o membri o alle aree locali in cui opera la comunità e
non quello di realizzare profitti finanziari”
Tramite la diffusione di impianti alimentati da fonti rinnovabili, i benefici citati contribuiranno a rispondere alle sfide della transizione energetica e alla riduzione della spesa energetica.
Per quanto concerne gli aspetti strutturali di una CER, essa è un soggetto giuridico a tutti gli effetti, i cui poteri di controllo fanno capo a persone fisiche, PMI, enti territoriali e autorità locali.
Tutti i consumatori hanno la possibilità di partecipare alle CER (lo stesso vale per le imprese ma a condizione che la loro partecipazione non costituisca l’attività commerciale e industriale principale) e di detenere impianti a fonti rinnovabili, che rispettino caratteristiche specifiche di potenza (max 1 MW) e costruzione (in esercizio dopo il 15 dicembre 2021, entrata in vigore del d.lgs 199/21).
L’energia prodotta dagli impianti viene utilizzata per l’autoconsumo istantaneo, ma può anche essere soddisfatto il fabbisogno energetico dei membri CER. Qualora l’energia prodotta dall’impianto eccedesse il suddetto fabbisogno, sarà possibile venderla.
I membri della comunità utilizzano la rete di distribuzione per la condivisione dell’energia prodotta, a patto che siano connessi alla stessa cabina primaria.
Rispettando i principali requisiti appena elencati, i membri CER possono accedere a un sistema di incentivazione attraverso la nomina di un referente, che stipula un contratto con il GSE e a cui viene riconosciuto, oltre a un contributo per l’energia autoconsumata, un contributo per l’energia oggetto di incentivazione secondo le modalità stabilite nel contratto.
Il contesto attuale
La transizione verso modi di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi sfide dei nostri giorni. Produrre, immagazzinare e consumare energia elettrica nello stesso sito da un impianto di generazione locale permette di contribuire attivamente alla transizione energetica e allo sviluppo sostenibile del Paese, cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Oggi, l’Italia intende puntare sull’autoconsumo diffuso, in particolar modo sulle CER, per facilitare la diffusione della cultura sostenibile in ambito energetico e ambientale.Si attende ora la risposta dell’Unione Europea per l’entrata in vigore del Decreto CER del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che definirà gli incentivi e che affiancherà il TIAD come riferimento normativo per le Comunità Energetiche.
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